"In verità, in verità vi dico, nel giorno del giudizio il paese di Sòdoma e Gomorra avrà una sorte più sopportabile di quella città. " (Matteo 10; 15)

di Marco Ottanelli

Si può rimanere sempre allibiti per il comportamento dei nostri parlamentari? Sì. Lo si può fare costantemente da anni e anni, e avere sempre maggiori motivi si sorpresa e di sconforto? Sì.

Si può cedere al pessimismo e alla più cupa rassegnazione, davanti alle forze che dilaniano la maggioranza di governo ed i sani principi democratici? Sì, sì, sì.

Ieri, ancora una volta, ed ancora una volta dopo aver negato che l’avrebbe fatto, il Governo Prodi ha posto la questione di fiducia sul decreto sicurezza, quello sfornato a tempo di record dalla mente capitolina del sindaco Veltroni dopo l’omicidio della signora Reggiani da parte di un rumeno. Nonostante le parole del vedovo, l’ammiraglio Reggiani, che invitò a non distinguere buoni e cattivi in base alla nazionalità, il decreto prevede norme che dovrebbero (dico: dovrebbero) prevedere poteri e super poteri a prefetti e questori per espellere cittadini comunitari ed extracomunitari che siano, diciamo così, poco desiderabili. All’interno del provvedimento, come purtroppo si usa fare da decenni con le leggi più complesse, la maggioranza ha accorpato la ratifica e la “messa in pratica” del trattato di Amsterdam del 1997 (ci sono voluti solo 10 anni…), il quale, nel suo articolo 13, prevede il divieto di atti e incitamenti discriminatori anche verso gli omosessuali.

Ormai lo si è capito tutti: questo tema è tabù, da noi. Omosessuale, gay, lesbica, sono parole proibite e temute, sono concetti che fanno tremare, impallidire, fanno cadere al suolo. E poco ci manca che non facciano cadere pure il Governo. Sì, perchè la senatrice Binetti, del PD, contravvenendo ad ogni patto con gli elettori, e con i suoi colleghi, ha votato “no” alla fiducia (ripetiamo per sottolineare la gravità della cosa: ha votato “no” alla fiducia) pur di non far passare una norma europea di democrazia, una regola fondante dell’UE (il trattato di Amsterdam è parte integrante della Unione Europea),un principio-base dei diritti universali dell’uomo. In soccorso della Binetti, il buon Andreotti, che, da quando mamma gli diceva di non andare al cinema da solo, causa ricchioni in agguato, difende sempre la morale. (salvo prescrizioni).

Reazione da parte dei colleghi della maggioranza? Dopo aver affossato i pacs, i dico, e tutto quanto sapesse di unioni civili, dopo averci messo contro l’Europa per i privilegi alla Chiesa cattolica, i crociati dell’unione, invece di essere, non so, sbattuti fuori, sanzionati, rimproverati, sono subito blanditi e rassicurati da Vannino Chiti, che si impegna a eliminare l’immonda norma alla Camera. La Binetti prega sui ceci, e Mastella, tanto per cambiare, minaccia la crisi. Se, udite udite, non saranno tolte le norme antidiscriminazioni. Tradotto allo specchio: se non si continuerà, in Italia, tristo paese sempre più isolato nel suo tetro clima da Inquisizione Romana, allegramente, orgogliosamente, a discriminare.

Vergogna.

Il dibattito parlamentare del 6 dicembre è stato quanto di più grottesco e ridicolo si possa immaginare. Nel fiume delle solite accuse e contraccuse velenose tra destra e sinistra, dopo un umiliante primo tempo dedicato, tra grida e insulti, alla questione dei “pianisti” (senatori che votano anche per gli assenti), e nel mare delle polemiche su immigrati e delinquenti più o meno impuniti, si è sentito anche questo: (attenzione: i corsivi sono miei, tratti dal Vangelo di Matteo, ndr)

Il primo accenno, nel pomeriggio del 6 dicembre, lo fa Heidi Giuliani, notoriamente eletta in Rifondazione, che, al termine del suo intervento, a favore del decreto e della fiducia, dichiara: “A mio parere, c’è l’esigenza di rafforzare, ancor più di quanto non abbiamo fatto con i nostri emendamenti, le norme che si oppongono a condotte discriminatorie che si basino su motivi etnici, religiosi, su orientamenti sessuali o su identità di genere. “

Dopo poco tempo, parla Maffioli, dell’UDC, e getta questo ponte agli amici cattolici della maggior : “La sinistra estrema non ha perso occasione nemmeno in questo provvedimento per incassare un punto a suo favore, mettendo nell’angolo la componente teodem (Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello, che nella barca insieme con Zebedèo, loro padre, riassettavano le reti; e li chiamò. )e pretendendo di inserire norme che con la sicurezza hanno poco a che spartire. Che ci azzecca – per dirla con Di Pietro – nel decreto sulle espulsioni l’introduzione del reato con relativa pena per l’estensione del concetto di discriminazioni di genere?”

Ma il clima si scalda veramente quando prende la parola Learco Saporito, di Alleanza Nazionale, che esordisce con queste parole: “Signor Presidente, la lettura dell’emendamento 1.1000 del Governo chiarisce tutta la posizione ed il dibattito svoltosi in questi giorni in Commissione e poi in Aula. La realtà è che volevate puntare al reato di omofobia, che risulta incluso nel testo del comma 1-bis. Se lo avessimo saputo sin dall’inizio in Commissione non avremmo perso tempo a dialogare e a parlare, come abbiamo fatto (Razza di vipere, come potete dire cose buone, voi che siete cattivi?)”

Saporito poi parla lungamente del decreto sulle espulsioni, sulla sicurezza, e su altri aspetti del dibattito, ma, chi lo segue, Polledri, della Lega Nord, ritorna immediatamente sul [suo] problema: i gay . “Signor Presidente, signor Sottosegretario, intervengo nel merito dell’articolo 1-bis previsto dall’emendamento su cui il Governo ha posto la fiducia, inerente la discriminazione. Avete posto oggi le basi per i tribunali contro i reati di opinione. Se in futuro un sacerdote o una persona qualsiasi dicesse che l’unione tra omosessuali è contraria al diritto naturale, potrebbe essere condannato a tre anni di reclusione; non vengano i teodem a dire che questo è un compromesso accettabile. Avete fatto ritornare Torquemada e l’avete ribaltato. Il tribunale per i diritti razziali l’avete ripristinato al contrario e avete consegnato una pistola puntata contro chiunque esprima un diritto di critica (…) Lo dico molto sommessamente, ma è un elemento molto grave, un reato contro la libertà peggiore delle previsioni del codice Rocco, perché la normativa prima diceva che le discriminazioni attuate dal Governo dovevano porre in essere un comportamento umiliante e offensivo. Oggi, si propone di sostituirle con: ” umiliante offensivo”e così, se a proposito di un matrimonio gay, si dice che è contro il diritto naturale, perché un giudice può individuare l’umiliazione nel porre il predetto matrimonio un gradino sotto il matrimonio prescritto dall’articolo 29 della Costituzione, si consegna nelle mani di giudici, ma anche di chi ha interessi in questo senso, una pistola puntata e chiunque pretenda di aprire bocca sarà condannato fino a tre anni.(Quando lo spirito immondo esce da un uomo, se ne va per luoghi aridi cercando sollievo, ma non ne trova. Allora dice: Ritornerò alla mia abitazione, da cui sono uscito. E tornato la trova vuota, spazzata e adorna. 45Allora va, si prende sette altri spiriti peggiori ed entra a prendervi dimora; e la nuova condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima. Così avverrà anche a questa generazione perversa” )

Gli da manforte Pastore, di Forza Italia, che critica il modo in cui la norma si è sviluppata, e naturalmente per gli effetti che darà : “Si recupera la legge n. 654 del 1975, che recita «Ratifica ed esecuzione della Convenzione internazionale sulla eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale, aperta alla firma a New York il 7 marzo 1966», se ne modifica l’articolo 3, prevedendo nel nuovo testo non solo l’aggravamento delle pene con misure reclusive di straordinario rilievo (si arriva fino a tre anni di reclusione o da due a quattro anni di reclusione in altri casi più gravi): non si tratta, quindi, di robetta da poco. Poi si richiama l’articolo 13 del Trattato, così come modificato ad Amsterdam, che espressamente parla di discriminazioni fondate sul sesso, la razza, l’origine etnica, la religione, le condizioni personali, gli handicap, le età e le tendenze sessuali. Un domani, chi dovesse criticare o dovesse sostenere che, per esempio, vi è un privilegio di natura o di altro genere per chi ha tendenze sessuali che noi riteniamo naturali, potrebbe essere passibile di una accusa di discriminazione. (Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza Pastore). ”Privilegio? Abbiamo letto bene? Pastore ritiene la sua eterosessualità maschia un privilegio! E guai a chi glielo tocca!

Ecco Nitto Palma: “si tratta della discriminazione per tendenze sessuali e non per sesso, come previsto dall’articolo 3 della Costituzione. Onde per cui, a guardare la discussione sul Trattato di Amsterdam, se domani dovessi dire che è assolutamente un orrore l’adozione da parte di una coppia omosessuale, solo per questo sarei passibile di anni 3 di reclusione, in quanto pongo in essere un atto oggettivamente discriminatorio (e se ne vanta! ndr) che si fonda sulle tendenze omosessuali della coppia che deve giungere all’adozione. Ma siccome sono laico, signor Presidente, non mi interesso di questo. Immagino, infatti, che gli alfieri del modo cattolico, che sono pure presenti nella maggioranza, si batteranno – me lo auguro, se la loro fede non è di facciata – per evitare che in una legge italiana vi sia scritto questo. (I presenti furono presi da stupore e dicevano: “Chi è mai costui al quale i venti e il mare obbediscono? ”

Poi, con la sua solita eleganza, forzando testi, interpretazioni e ipotesi, parte Calderoli: “Mi chiedo quale trattato possa essere quello che fa sì che chi sostiene la forza della famiglia naturale fondata su un uomo ed una donna, basata sull’amore e sul mettere a mondo dei figli, possa essere soggetto ad una condanna a tre anni di detenzione, come anche chi condanni la circostanza che qualcuno chieda l’adozione di un bambino da parte di una coppia gay. Questo posso capirlo in una logica di pensiero distorto, ma quello che si sta facendo oggi non lo si fa solo per un pensiero distorto ma per mantenere in vita un Governo zombi, che non ha più i numeri. Non chiedete a noi di mettere in gioco i nostri princìpi di libertà e di esistenza per il vostro mantenimento, perché voi siete dei delinquenti davanti alla storia e verrete condannati da essa. (Ed essi, usciti dai corpi degli uomini, entrarono in quelli dei porci: ed ecco tutta la mandria si precipitò dal dirupo nel mare e perì nei flutti.) ”

Dopo una lezioncina di Buttiglione, prova a raffreddare gli animi Maria Luisa Boccia, PRC:  non è affatto estranea la materia con cui noi abbiamo inserito il riconoscimento del Trattato europeo anzi – per essere precisi -il Trattato che istituisce la Comunità Europea come modificata dal Trattato di Amsterdam che non è volto a colpire i reati di opinione o, come qui ha detto il senatore Buttiglione, chi è contrario ai matrimoni fra gay o a qualsiasi forma di costruzione della propria esperienze di vita o di convivenza, no: chiunque incita o commette atti di discriminazione e di violenza. Volete che usciamo dall’Europa? (Applausi dai Gruppi RC-SE, IU-Verdi-Com, SDSE e della senatrice Negri). Volete che ci dichiariamo contro il Trattato europeo? Volete davvero che noi dobbiamo assumere che colpire le discriminazioni e le violenze, come l’Europa ci indica, è una normativa estranea alla civiltà e alle forme di convivenza che il nostro Paese consente? Vorrei che fosse chiaro che si stigmatizzano i reati di discriminazione e di violenza volti a colpire qualsiasi singolo o qualsiasi gruppo in ragione della sua identità, delle sue convinzioni, delle sue scelte di vita, che sia il sesso o la sessualità come la religione, la razza, l’etnia. Quindi, mi pare che tutti e tutte dovremmo sentirci garantiti e tutelati se inseriamo nel provvedimento in esame il riconoscimento di questo Trattato. (In verità vi dico: se avrete fede pari a un granellino di senapa, potrete dire a questo monte: spostati da qui a là, ed esso si sposterà, e niente vi sarà impossibile.)“

Ma niente. Il timore che i cattolici, discriminando i gay, possano essere condotti in massa al Circo Massimo, non si placa. Mantovano, poiesagera e paventa addirittura il pericolo dell’arresto del Papa: “Complimenti anche ai colleghi cattolici, i cosiddetti teodem del Partito Democratico. Al mattino, colleghi, dichiarate ad “Avvenire” che mai votereste l’emendamento sulla discriminazione per identità di genere e per orientamento sessuale; alla sera, come avete già fatto per la mozione sull’embrione tradendovi, vi apprestate a sfilare sotto quel banco per dire sì al maxiemendamento che contiene il carcere fino a tre anni di reclusione per chiunque sostenga che due omosessuali non possono adottare un bambino! Cito testualmente: “Vi sono ambiti nei quali non è ingiusta discriminazione tener conto della tendenza sessuale: per esempio nella collocazione di bambini per adozione o affido, nell’assunzione di insegnanti o allenatori di atletica, e nel servizio militare”. Sapete, colleghi, soprattutto della sinistra, chi è l’autore di queste considerazioni? Un signore che si chiama Joseph Ratzinger, nel documento: «Alcune considerazioni concernenti la risposta a proposte di legge sulla non discriminazione delle persone omosessuali» (Sacra Congregazione per la dottrina della fede, 23 luglio 1992).

È vero che il Papa ha l’immunità e non si occupa delle sciocchezze della politica italiana, ma sfido chiunque a negare che, in base al testo che approvate anche con il voto dei cosiddetti cattolici del Partito Democratico, un insegnante di catechismo o un semplice fedele non possa andare in carcere per tre anni, in base alla norma che state per votare!” (All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore.)

Nitto Palma, FI “avete fatto di più con un emendamento con cui immaginate di dover punire tutti coloro che pongono in essere atti discriminatori. Mediante una formula sibillina, un trabocchetto, avete calato nella realtà giuridica italiana l’articolo 13, comma 1, del Trattato di Amsterdam. E così, signor Presidente, onorevoli colleghi, vi chiedo: come potrà, ad esempio, il ministro Fioroni sospendere un’insegnante che ha tendenze sessuali di un certo tipo, così come ha fatto poco tempo fa? (ah, sì? Che storia è questa? Ndr) E come potrete voi protestare se un soggetto dovesse dichiarare che l’Olocausto non esiste senza ricadere nella fattispecie del trattamento discriminatorio sotto il profilo delle convinzioni personali? Ancora, ma davvero può esistere un partito che rifiuta di candidare delle persone per la loro origine etnica? Infine, signor Presidente, quando nel Trattato si fa riferimento alla necessità di evitare discriminazioni per le tendenze sessuali, non vi rendete con che in questo modo aprite la strada all’adozione per le coppie omosessuali? (Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all’esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. 28Così anche voi apparite giusti all’esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d’ipocrisia e d’iniquità.)”.

Arriva una difesa del provvedimento da parte di Latorre (PD): “Il massimo della strumentalità da parte degli esponenti del centro-destra è stato raggiunto in queste ore, con una rappresentazione falsa e tendenziosa di quanto contenuto nel provvedimento con riferimento alla reclusione prevista per chi commette o incita a commettere atti di discriminazione; reato, questo, per niente ascrivibile come reato di opinione, ma che fa riferimento al contenuto del Trattato costitutivo dell’Unione Europea. Atti di discriminazione che nulla hanno che vedere con il reato di opinione e che, vedete, sono contenuti in quel Trattato perché esso ha fatto tesoro di una storia di stragi fatte in nome della discriminazione, contro chi era di una razza diversa o aveva certi orientamenti sessuali.”

Poi rassicura i moderati con una argomentazione alquanto curiosa: “Non voglio aggiungere argomenti a quelli che nobilmente ha esposto il presidente Cossiga, il quale ha testualmente detto, nelle sue dichiarazioni di queste ore, che aveva sotto gli occhi il documento della Congregazione per la dottrina della fede, che contiene una lettera ai vescovi sulla cura pastorale delle persone omosessuali firmata dall’allora cardinale Ratzinger con l’approvazione e per disposizione di Papa Giovanni Paolo II. (molti verranno nel mio nome, dicendo: Io sono il Cristo, e trarranno molti in inganno… Sorgeranno infatti falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi portenti e miracoli, così da indurre in errore, se possibile, anche gli elettiEcco, io ve l’ho predetto).Egli si attiene anche a questo principio nel sostenere quanto fissato nel provvedimento. E quanto fissato in questo provvedimento non può portare in alcun modo alla condanna di chi proclami, dal pulpito o fuori di esso, la illiceità delle unioni tra non eterosessuali.”

Insomma, una sorta di via libera, certificata da documenti vaticani, alle ingerenze e agli anatemi della Chiesa nelle leggi del nostro Stato [pseudo] democratico.

Ed ecco il senatore a vita, Francesco Cossiga, in persona: “mi sembrerebbe sinceramente irresponsabile far cadere il Governo in questo momento, in questa situazione di totale confusione, quando due persone assennate, cosa che non avremmo mai detto, il leader eletto plebiscitariamente del Partito Democratico e illeader del nuovo partito, hanno aperto trattative per la nuova legge elettorale e ai due bisognerà, credo, far presto delle lezioni di diritto costituzionale perché credo che nessuno dei due sappia che cos’è né il sistema tedesco né il sistema spagnolo. Per questo motivo, io voto a favore di tutto, di tutto, certo che, se dichiarerò in pubblico che sono fedele al catechismo, che insegna – io sono più moderato del catechismo – che tra i quattro peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio c’è il peccato contro natura, non ci sarà nessun giudice che avrà il coraggio di condannarmi. (Nessuno può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro, o preferirà l’uno e disprezzerà l’altro: non potete servire a Dio e a mammona.) ”

Quindi, il dibattito si è via via allontanato dalla difesa dei diritti universali, dal divieto di discriminazione, e dalla natura stessa del provvedimento voluto dalla maggioranza (configurare le azioni discriminatorie come reato, o no?), e si è trasformato, ancora una volta, in una difesa dei dicktat vaticani.

Pare che a Roma, tra Binetti, Mantovano, Mastella («Si cancelli la norma sulle discriminazioni sessuali o sarà crisi»), l’aggressività della destra, e la debolezza e accondiscendenza della cosiddetta sinistra moderata (Chiti: “abrogheremo questa norma”), sia impossibile fare una politica occidentale ed europea. Con molto scorno dei leghisti e dai padani docg, Roma, dal punto di vista dei diritti civili, si allontana sempre più da Vienna, Parigi, Stoccolma, per somigliare pericolosamente a Riad o Teheran, perlomeno in via di principio. D’altronde, Roma, come le capitali suddette, è sede di una teocrazia. Povero trattato europeo, povera Italia, povera Roma:“In verità, in verità vi dico, nel giorno del giudizio il paese di Sòdoma e Gomorra avrà una sorte più sopportabile di quella città. “