Il primo tentativo di formare un Governo M5S-Lega è naufragato per il rifiuto del Presidente della Repubblica Mattarella di nominare Savona a Ministro dell’Economia. Ma l’analisi del sistema costituzionale non dà questo potere al Presidente, essendo un organo politicamente irresponsabile. L’ultima parola spetta al Parlamento, unico direttamente responsabile davanti al Popolo.
Costituzione
Piccoli uomini che vorrebbero farsi re
Alfano, Bersani, Casini, discutono della riforma della Costituzione, senza alcun mandato che li autorizzi politicamente, negando ancora una volta l’evidenza: il “trucco” per far funzionare il sistema è che vengano elette persone oneste e capaci.
La commedia infinita. La nuova legge elettorale. Come si voterà.
Per la quarta volta in 20 anni il Parlamento italiano si è occupato della legge elettorale.
Abbiamo diviso questo scritto in quattro parti: la prima è una sorta di scheda tecnica, un breve manualetto di istruzioni per capire cosa prevede oggettivamente il nuovo sistema. Segue un nostro commento, opinioni soggettive, con argomenti storici e comparatistici, per spiegare perché secondo noi la riforma è sbagliata.
La terza parte è una nostra modesta proposta su come dovrebbe essere il sistema elettorale.
Infine i motivi per cui questa riforma potrebbe essere incostituzionale.
E se la legge elettorale non potesse più essere cambiata?
Il finale della XVII Legislatura ci regala un’altra violazione delle regole: si annuncia la nuova legge elettorale Renzi-Rosato, in violazione della Convenzione Europea dei diritto dell’Uomo, che vieta di cambiarla a meno di un anno dalle elezioni
Le lezioni da trarre dai numeri del referendum.
L’analisi dei risultati mostra che il Sì al referendum costituzionale del 2016 ha vinto solo in quelle poche province dove non è tanto la radice PD-DS ad essere profonda, ma quelle in cui l’astro nascente renziano ha tessuto le sue reti iniziali, fagocitando intere federazioni e piazzando i suoi uomini ovunque, in comuni, enti partecipati, privatizzate varie, e poi portando una parte di costoro dritta al governo centrale.
Che fine fanno le regioni? Il nuovissimo Titolo V fa marcia indietro sul federalismo.
Lo scopo della riforma nei rapporti Stato-regioni della riforma Renzi-Boschi del 2016, come affermato dai suoi autori, è di (ri)centralizzare il potere facendo diventare le regioni enti di amministrazione. Non è per forza un male ma da una parte non soddisfa assolutamente il nuovo Senato, incapace di difendere le regioni, e dall’altra sparisce ogni forma di dialogo con i singoli territori di volta in volta interessati, che restano senza autonomia finanziaria.